Dalla banca alla libreria
Storia di una emozionante metamorfosi
- Buon pomeriggio Isabella, grazie innanzitutto per la tua cortesia.
Buon pomeriggio Viviana, grazie a te per l’interesse dimostrato per la mia libreria
- Per iniziare, vorrei avere una tua opinione in merito a questa rubrica. Nel mio peregrinare ho notato una certa diffidenza da parte dei librai nell’accettare di parlarmi della loro esperienza. In origine pensavo temessero di pagare per essere intervistati (pensiero che non mi ha mai sfiorato!), poi ho capito che si trattava proprio di ritrosia. Secondo te, per quale motivo?
E’ una domanda alla quale fatico a trovare una risposta, mi verrebbe così spontaneo immaginare il contrario, ovvero il desiderio di condividere la storia di una esperienza emozionante quale può essere l’apertura e la gestione di una libreria indipendente
- Ora parliamo della tua attività. Mi ha molto incuriosita la tua storia. Quando ci siamo scritte mi hai detto che hai trascorso tanti anni a lavorare in banca e poi hai deciso di aprire una libreria. Puoi raccontarmi la tua esperienza?
Dopo il liceo ho scelto la facoltà di Economia e Commercio pensando che potesse essere interessante, ma da subito ho avvertito la distanza tra la natura degli studi e le mie attitudini. Dopo la laurea ho iniziato a lavorare in banca, dove non ho mai trovato grandi soddisfazioni. Diversi anni fa ho maturato il desiderio di percorrere una strada diversa, e il mio amore per la lettura ne ha definito la direzione. A 54 anni, e con i figli già parzialmente autonomi, ho finalmente trovato il coraggio per dare le dimissioni e tentare questa avventura.
- Il nome della tua libreria è legato in qualche modo a questo cambiamento di vita?
In parte si; insieme a mia figlia, appassionata classicista, si cercava un nome che rendesse omaggio alla grande letteratura. Metamorfosi richiama così i capolavori di Ovidio e Kafka, ma anche la trasformazione che la lettura produce in ciascuno di noi. Non da ultimo, è un richiamo al mio percorso personale.
- In tempi in cui molte librerie indipendenti chiudono (purtroppo!), la tua scelta appare ancora più coraggiosa. Non hai mai avuto timori a riguardo? Cosa ti ha spinta ad intraprendere questo nuovo percorso?
E’ vero, molte librerie stanno chiudendo, purtroppo durante la pandemia i consumatori si sono abituati ad acquistare molti beni on line, libri inclusi, e ultimamente le spese da sostenere per una attività commerciale sono diventate importanti. Nonostante questo io credo che tutti sentiamo il bisogno di recuperare una dimensione di vita più umana e meno virtuale, e una libreria fisica non è solo un negozio dove si vendono i libri ma soprattutto uno spazio dove circolano liberamente pensieri e storie, dove ci si incontra, dove ci si arricchisce con momenti di condivisione o di ascolto, e di questo abbiamo tutti bisogno.
- Qual è il tuo rapporto con i libri? Lavorando tanto, riesci a dedicarti alla lettura?
Per me il libro è, da chiuso, un oggetto che ha un fascino misterioso e magnetico; da aperto, una porta sul mondo, su tutto ciò a cui non possiamo accedere nella nostra vita, ma possiamo vivere tra le sue pagine. Lavoro tanto, gestisco la libreria da sola, quindi trovo il tempo di leggere solo la notte.
- Il libro che hai più amato? E quello più sopravvalutato a tuo avviso?
E’ difficile dirlo, mi innamoro molto spesso 😊 però ricordo con particolare intensità la trilogia di Jòn Kalman Stefannson. Per rispondere alla seconda domanda dovrei invece mettermi in una posizione di giudizio, e mi riesce davvero difficile.
- Io penso sempre che i librai siano un po’ degli psicologi che col tempo imparano a sondare l’anima dei propri clienti e a carpirne gli stati d’animo. Che rapporto hai con loro? Offri consigli di lettura?
Verissima la tua osservazione. Per quanto mi riguarda, ho sempre affiancato la passione per la lettura a quella per la psicologia, ho letto molti testi sull’argomento e ho intrapreso percorsi formativi specifici; questo mi aiuta nell’ascolto attivo e mi riesce abbastanza facile entrare in sintonia con i clienti e suggerire letture.
- Quali sono le peculiarità della tua libreria? Cosa ti ripetono più di frequente i tuoi clienti?
La mia libreria è piccola ma molto accogliente, credo che il locale stesso infonda un senso di pace e tranquillità, l’arredo un po’ vintage con la presenza di tavoli rustici fa il resto. Cerco di curare molto il catalogo offrendo delle letture meno comuni e un poco più ricercate rispetto a quelle proposte dalle altre librerie della città. Questi due elementi sono i fattori più apprezzati dai miei clienti.
- E il rapporto con il territorio? Le istituzioni locali ti hanno supportato in qualche modo? Cosa sentiresti di chiedere loro?
L’apertura della mia libreria è stata accolta con grande entusiasmo dai cittadini, e dalle istituzioni locali mi è stato promesso supporto in caso di bisogno. In termini concreti non ho ancora avuto l’occasione di avanzare richieste specifiche, ma spero di trovare l’appoggio necessario, ad esempio per l’organizzazione di eventi.
- Hai dei progetti in corso? Qual è l’iniziativa a cui tieni maggiormente?
Sto iniziando a programmare degli incontri con gli autori, cominciando dagli scrittori legati al territorio; tra gli altri progetti c’è quello di attivare momenti di formazione con una psicologa legati alle letture per i bambini, in particolare per aiutare i genitori a parlare ai più piccoli di temi difficili come la malattia o il lutto, che nella nostra società sono veri e propri tabù nell’età infantile.
- Una mia domanda frequente è legata ai gruppi di lettura. Ne organizzi? Chi sceglie i testi e con quali criteri? Qual è il pubblico di riferimento?
Proprio ieri c’è stato il primo incontro del mio gruppo di lettura; ha avuto un successo inatteso, i partecipanti erano più di venti e tutti molto entusiasti e appassionati. L’idea è quella di scegliere un testo tra quelli proposti dai partecipanti sulla base di un sondaggio circa le preferenze individuali (nel primo incontro sono stati addirittura tre, tanto erano interessanti). Il pubblico era molto eterogeneo per età anagrafica e con una predominanza di donne.
- In quanto libreria, immagino realizzi presentazioni di varie opere. Un aneddoto particolare?
Mi piacerebbe poter rispondere ma il primo incontro con autori è programmato solo per la metà di marzo!
- Un’ultima domanda: consiglieresti ad un giovane di aprire una libreria oggi?
Assolutamente si, per moltissime ragioni. I giovani hanno tanta energia (e serve!), hanno idee innovative, sono portatori di forti entusiasmi, hanno capacità trasversali e facilità nell’usare gli strumenti di comunicazione che sono ormai necessari per veicolare pensieri e progetti.
Grazie ancora, Isabella, per la preziosa collaborazione e complimenti per la tua libreria! Sembra di essere accolti in un accogliente salotto.
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