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La sposa del mare
Amity Gaige

Uno dei motivi per cui amo le librerie indipendenti è il piacere di parlare con i proprietari, persone preparate, oltre che animate da grande passione. Il confronto è sempre molto stimolante e i loro consigli risultano essere il più delle volte estremamente preziosi.

L’opera di Amity Gaige mi è stata suggerita dal titolare della Libreria del mare di Palermo, Maurizio Albanese. Una chicca di cui ho parlato nel mio blog.

Conoscevo l’autrice, di cui avevo letto diverse ed entusiastiche recensioni, per cui mi sono approcciata a questo libro con discrete aspettative.

La sposa del mare è un intenso e complesso percorso introspettivo della protagonista, Juliet e la vivisezione di un rapporto con Michael, suo marito, carico di verità non rivelate, emozioni imprigionate da silenzi inafferrabili e paure inconfessate. Il viaggio che compiono è spirituale, prima ancora che fisico. Perché questo romanzo è il racconto di un’avventura in mare, una lunga traversata in barca a vela con i due figli. Un’iniziativa di Michael, inizialmente osteggiata, nata per il desiderio di liberarsi dalle catene di una quotidianità soffocante, in cui pesanti sono i nodi da sciogliere.

Il matrimonio sembra compromesso, con due anime che si sfiorano, senza incontrarsi mai del tutto. Juliet è l’io narrante, la voce di Michael è catturata attraverso il suo diario di bordo, testimonianza preziosa di pensieri inaspettati. Il loro è un dialogo a distanza, reso impossibile da un evento drammatico, il cui riprodursi si intuisce fin dalle prime pagine. Il mare accompagna, con la sua mutevole natura, le altalene emotive dei protagonisti, che si cercano, si avvicinano, seppur invischiati nella ricerca di una dimensione personale. Il passato di Juliet è una cicatrice che fa ancora male. I “brutti angeli” tornano alla nascita della piccola Sybil, la risucchiano in una spirale di depressione e malinconia. La maternità qui appare in tutta la sua complessità, con lo smarrimento che segue alla perdita di una parte di sé, al terrore di essere inadeguata. “Il mio nemico non aveva forma, né genere, né nome. Persino le persone più malvagie avevano un nome. Non capivo cosa mi fosse successo. Prima stavo bene…be’, prima riuscivo a rimanere calma. Ero rimasta calma tutta la vita. Poi, per due volte, ero diventata madre, e avevo smesso di stare bene”. (pag. 54).

Amity Gaige affronta con crudo realismo le difficoltà dell’essere madre e allo stesso tempo moglie, rappresentando con lucida maestria la sensazione di rinunciare a pezzi di sé, della propria intimità. Il matrimonio è fotografato con tutte le contraddizioni e gli interrogativi che pone.

Esistono le anime gemelle? Ci si conosce davvero fino in fondo? Juliet e Michael sono diversi: nella personalità, nei desideri, nell’approccio alla vita. Ma Michael è davvero così lineare come sembra?

La sposa del mare è un libro terribilmente realista, che non fa sconti al lettore. Nessun happy end, ma un’analisi – a tratti spietata – delle relazioni umane, di sovente macchiate dall’assenza di comunicazione e dall’ansia di nascondersi dietro un fittizio equilibrio.

Curiosità

Questo libro mi ha fatto riscoprire Anne Sexton, poetessa confessionale degli anni Sessanta, colpita da gravi crisi depressive dopo la nascita dei figli. La maternità la portò ad un passo dalla follia. Molto bella e significativa la poesia La doppia immagine, citata nel testo:

Angeli brutti mi hanno parlato. La colpa,

li ho sentiti dire, era la mia. Parlottavano

come delle streghe verdi dentro la mia testa, lasciando che la sventura

trapelasse come un rubinetto rotto;

era come se la sventura avesse inondato il mio ventre e riempito la tua culla,

un vecchio debito di cui dovevo farmi carico.

Note biografiche

Amity Gaige è una delle più importanti autrici americane viventi. Nata nel 1972 a Charlotte, nella Carolina del Sud, è conosciuta per i suoi libri O my Darling, Clementine (2005), The Folded World (2007), Il sogno di Schroder (2013), Sea Wife (2020). La sposa del mare è il suo ultimo libro, pubblicato nel 2021.

Laureata alla Brown Univesity, dove studiò inglese e teatro, ottenne un MFA dall’Iowa Writers’ Workshop nel 1999.

Il romanzo Il sogno di Schroeder suscitò molte polemiche nella rappresentazione di un giovane padre che fugge con la sua bambina di sei anni nel New England nel corso di una battaglia legale per la custodia. L’autrice trasse ispirazione dalla storia di Christian Gerhartsreiter, sebbene il libro non ne racconti la vicenda reale.

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