Questo non è solo un libro, ma un piccolo angolo del cuore a Firenze, nel tranquillo quartiere di Gavinana. Un Eden creativo nato da una grande intuizione. La farmacia letteraria è una libreria mignonne in cui i testi sono catalogati in base alle emozioni, agli stati esistenziali. Tutti i titoli sono accompagnati da un bugiardino con indicazioni terapeutiche, posologia ed effetti collaterali. Ogni opera è intesa come cura, balsamo per l’anima.
Chiunque varchi la soglia di questo insolito posticino, ha la possibilità di respirare un’aria sana, pulita. C’è accoglienza, condivisione. Vi lavorano alcune psicoterapeute con cui è possibile fare una chiacchierata. In base al proprio profilo psicologico, sono offerti consigli e suggerimenti di lettura.
L’illuminazione è di Elena Molini, fondatrice e autrice dell’omonimo libro.
Di questo, ahimè, non sono altrettanto entusiasta. Il romanzo è – ça va sans dire – autobiografico. Narra le vicende di Blu, ragazza con tanti sogni nel cassetto e la voglia di conquistare il proprio spazio nel mondo dell’editoria. Un po’ Alice nel Paese delle Meraviglie, un po’ Amélie, per lunghi tratti risulta irritante per la sua irrealistica ingenuità. Un personaggio troppo costruito, dalla battuta facile e dalle continue frasi ad effetto. Intorno a lei ruotano varie “presenze”, dalle versatili coinquiline, tra cui la rude Rachele, ai suggeritori fantasma, come il bonario Hank. Eh sì, perché nella trattazione vi è un melting pot di racconto autobiografico e fantasy che, personalmente, non ho apprezzato.
In generale, è come se mancasse qualcosa e allo stesso tempo ci fosse troppo. La nascita della farmacia letteraria risulta appena abbozzata, ad esempio. Sarebbe stato bello approfondire, tra le altre cose, il senso di profonda fiducia che si crea tra chi vi entra e chi indica la “terapia”. Al contrario, l’abbondanza di elementi da spy story, ha tolto, più che aggiungere alla narrazione.
Apprezzabili la leggerezza e la fluidità della scrittura. Una chicca: “Ciao, io sono un libro vagabondo. Vengo dalla libreria Novecento, sono arrivato a te sicuramente per un motivo. Leggimi e quando hai finito riportami dalla mia proprietaria, quindi prendi un altro libro. Conserva questo bigliettino e mettilo sul testo che vorresti che qualcuno leggesse, poi lascialo in qualche luogo pubblico e fai sì che il destino faccia il suo corso”.
Peccato davvero che da un’idea tanto geniale non sia nata un’opera altrettanto brillante!
Il cuore del libro
“Mi piaceva pensare che, uscendo dalla porta della mia libreria, Vanessa sarebbe andata incontro alla vita che l’aspettava con un briciolo di serenità in più. Spesso mi era capitato di trovare in rapide frasi di sconosciuti un conforto che scaldava la pelle e scioglieva corazze millenarie” (Pag. 56).
Note sull’autrice
Elena Molini è spezzina di origine, ma fiorentina nel cuore. Si trasferisce in città nel 2003 per frequentare l’Università. Si appassiona al mondo dell’editoria specializzandosi con la qualifica di redattrice, collabora per anni con varie realtà nel mondo del giornalismo. Per un periodo si è occupata della gestione del punto vendita di una grande catena di librerie.
Nel 2018 ha l’intuizione che le cambia la vita. Decide di dare vita alla Piccola Farmacia Letteraria. Oltre 4.000 titoli suddivisi in 70 categorie: un colore per ogni patimento, da amore non corrisposto a crisi d’identità, a ipocondria, sintomi «curabili» con libri contrassegnati da un bugiardino.
Impazzisce per la narrativa americana contemporanea e la letteratura scandinava. Ama le piccole sale del cinema d’essai e il teatro, il suo libro preferito è Trilogia della città di K di Agota Kristoff.
Ha da poco pubblicato il suo secondo romanzo, “Piccola libreria con delitto”.